Dopo Collina e Perugia Ancelotti ora può esultare sotto la pioggia

La pioggia toglie e la pioggia dà. Il campo di Marassi ieri durante Genoa-Napoli era al limite della praticabilità, se non proprio inadatto per una partita che non fosse pallanuoto, ma il successo degli azzurri in rimonta ha restituito in minima parte ad Ancelotti un vecchio credito. Fu sul campo impraticabile del “Curi” di Perugia che il 14 maggio del 2000 don Carlo perse uno scudetto già vinto sulla panchina della Juventus: pioggia torrenziale, gara sospesa per quasi un'ora col punteggio sullo 0-0 poi l'arbitro Collina fa un ulteriore sopralluogo e decide che, nonostante le condizioni pessime del campo, si può giocare. Calori regala un clamoroso successo al Perugia e la Lazio, che batte la Reggina, scippa il tricolore ai bianconeri. Un epilogo incredibile che per Ancelotti divenne l'inizio di un incubo e di un'etichetta pesante: eterno secondo. Ieri la pioggia stava per fare un altro scherzo al tecnico emiliano: sotto di un gol il Napoli era in difficoltà a far valere la superiorità tecnica col campo allentato e pieno di pozzanghere, dove la palla non si riusciva a portare avanti ma alla fine prima Ruiz e poi l'autogol nel finale hanno dato i tre punti al Napoli. Collina non c'era, lo scudetto è un'altra cosa ovvio, ma stavolta la pioggia ha avuto pietà di Ancelotti.