Da Spalletti elogi ad Ancelotti: Un maestro, parlo solo di lui

Tanto di cappello, Carlo. Elogio spontaneo da parte di Spalletti ad Ancelotti alla vigilia di Inter-Napoli. Alla domanda se il lavoro del tecnico stia diventando sempre più difficile l'allenatore dell'Inter risponde così: "E' complicato perché è importante, bello, difficile. In base alla scelta su come farlo diventa difficile ma se si vuole parlare di allenatori a me interessa solo Ancelotti perché è un maestro del nostro mestiere, una persona che stimo sotto tutti gli aspetti e uno dei più bravi, dei più grandi che ci sono stati nel nostro calcio. Penso a lui e a quel che fa fare alla sua squadra perché per me conta domani".  Inutile chiedergli di Allegri: " L'unica cosa di cui parlo e l'unico allenatore di cui parlo è Ancelotti". Contro gli azzurri si cerca il pass per la Champions: "Non è la partita contro la Lazio dell'anno scorso, è una partita differente. Non sono tanto le intenzioni, è come ti comporti che fa la differenza". Poche parole sull'ultimo tweet di Icardi ("Dò sempre valore alle cose che si dicono. Mauro è un buon ragazzo, un grande calciatore, se dice quello che dice, bisogna prenderlo in considerazione") e belle parole per Lautaro: "Mi aspettavo la convocazione di Scaloni in Nazionale per la Coppa America. I discorsi vanno sempre nella stessa direzione, è giusto gli venga dato un ruolo importante. Fare una stagione così in un club come l'Inter, dà convinzioni a tutti delle quali Martinez si è cibato. E' certamente più forte di quando è arrivato qui: spicca il suo carattere, la sua forza mentale. Per questo è un calciatore da grandi club, lo sono tutti coloro i quali riescono a mantenere un confronto e non si fanno limitare dagli avversari e dai contesti". Spalletti si dice comunque soddisfatto del lavoro fatto: "Siamo cresciuti comunque e secondo me l'evoluzione si vede. Abbiamo fatto bene nel presente per un futuro ancora migliore. Qualche limitazione è chiaro che c'è stata, ma poi sul pullman che porta alla Champions bisogna salirci lo stesso". Dieci punti dal Napoli invece dei 19 dell'anno scorso. E' il gap giusto? "Non lo so, dico solo che ci siamo impegnati molto facendo le cose in maniera seria e professionale. I calciatori lo sono e hanno sempre dato il massimo, poi in questo si torna al discorso del carattere che dipende il carattere che hai. Quello fa la differenza. Sennò sei costretto a doverti difendere da quel che dicono di te se non ti fai vedere allo stesso modo".