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Da Sarri parole d'addio: non saprebbe ricostruire il giocattolo

21/05/2018 10:00

Da  Sarri parole d'addio: non saprebbe ricostruire il giocattolo  |  Sport e Vai

Non per i soldi, perchè De Laurentiis è pronto ad accontentarlo economicamente arrivando ad offrirgli fra parte fissa e bonus quasi 4 milioni all'anno, non perchè si trova male a Napoli – giacchè l'affetto della gente nei suoi confronti è senza precedenti – e neanche perchè ha offerte irrinunciabili, anche se spera di prendere il treno giusto proprio in queste ore. Maurizio Sarri è orientato a lasciare il Napoli dopo tre anni di soddisfazioni e record (senza però vincere niente e lasciando qualche perplessità sul cammino nelle coppe e sulla gestione e la valorizzazione della rosa) perchè non crede di poter fare meglio. Quel giocattolo che si è visto crescere tra le mani anche al di là delle sue aspettative e delle sue idee iniziali (che al primo anno in azzurro erano quelle di replicare il modello-Empoli con Insigne trequartista alla Saponara, Valdifiori play, Callejon seconda punta e Mertens in panchina) è diventato anno dopo anno sempre più vicino alla perfezione estetica ma sempre meno replicabile in futuro. Al calo di qualche big che comincia a sentire il peso dell'età (e del fatto di giocare sempre) si somma la paura di perdere i pezzi di un puzzle che difficilmente si potrebbe rifare. Sarri nella sua ultima conferenza stagionale non ha detto che andrà via, ma l'ha lasciato capire apertamente. Teme di perdere giocatori con clausole accessibili (Mertens e Albiol quelli citati, ma la paura vale anche per Ghoulam, Jorginho e Koulibaly al di là delle clausole) e sa che campioni affermati difficilmente verranno acquistati. Eccola, dunque, la vera paura di Sarri. Che all'idea di dover ricostruire il giocattolo con Verdi, Torreira, Grimaldo e forse Chiesa non ci sta. Già l'addio di Reina (“lui per come gioca con i piedi è fondamentale nelle nostre manovre”) è stato un colpo duro, veder andar via altri 2-3 pedine dello scacchiere lo spaventa. Annunciare l'addio ieri avrebbe significato togliere gioia ed emozione, e magari anche appannare quell'omaggio che gli ha riservato lo stadio ma le parole pronunciate in sala stampa lasciano poco spazio a ripensamenti: “C'è da dire che nella vita finisce tutto e a volte bisogna far finire. Sappiamo che ci sono delle clausole, a quelle cifre è difficile sostituirli. Se perdi Mertens a 28-30mln non trovi uno così ad una cifra di quella levatura. Se perdi Albiol a 7-8mln... Vedo pagare 70mln dei centrali che non valgono Albiol, allora uno si preoccupa. Questi sono contratti fatti anni fa, poi il mercato dopo l'ultimo contratto tv inglese è cambiato. Parlerò con la mia famiglia, sono decisioni anche loro e valuteremo. Sicuramente se resto voglio avere la percezione che sia possibile ripetersi, non la sicurezza perché non può darcela nessuno. Se dovessi cambiare mi piacerebbe andare all'estero, non passare dall'amore totale di Napoli ad un'altra squadra italiana". Dipendesse solo da lui, insomma, sarebbe già l'ex allenatore del Napoli ma andarsene d'altra parte non è neanche così facile. Perchè c'è una clausola e la sua speranza è che il Chelsea rompa gli indugi e lo liberi in questi giorni, dopo aver risolto con Conte. Anche in Russia probabilmente non avrebbero problemi a pagare gli 8 milioni che lo vincolano a un contratto in essere e da qui quel passaggio (“devo parlare con la mia famiglia”). Probabilmente già mercoledì tutto sarà più chiaro ma la sensazione è che l'avventura di Sarri a Napoli si sia chiusa con il record di 91 punti. E tanti rimpianti.

Stefano Grandi

 


Tags: de laurentiis chelsea sarri

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