Da Adl niente sconti, la bottega dei campioni è cara per tutti

“Jorginho? Servono 60 milioni”. “Volete Hamsik, può andar via ma servono 30 milioni”. De Laurentiis non fa sconti. Ad amici e nemici, il motto è sempre lo stesso: pagare moneta, vedere cammello. Che poi altro che cammelli, si sta parlando di giocatori di peso, campioni. Che magari quando sono arrivati al Napoli non erano tali (Hamsik era un ragazzino promettente che fu pagato 5,5 milioni al Brescia, Jorginho un play di prospetto pagato 12,5 milioni al Verona) ma che oggi hanno il prezzo che meritano. C'è chi vorrebbe che si regalasse il cartellino al capitano, per consentirgli di chiudere la carriera in Cina dove lo coprirebbero d'oro ma ragioniamo: perchè il presidente del Napoli dovrebbe regalare Hamsik ai cinesi? Se hanno tanti soldi è giusto che paghino. C'è chi ha paura che il City si stanchi del tira e molla per Jorginho e punti su Seri ma finora De Laurentiis ha sempre vinto le sue battaglie sul mercato. E' stato tra i primi a fissare clausole rescissorie elevate per gioielli che prima o poi ben sapeva che avrebbero avuto voglia di puntare più in alto. Fu così per Lavezzi (quando andò al Psg 32 milioni di euro erano ancora una cifra alta sul mercato), per Cavani (idem, con 63 milioni di clausola) e per Higuain (94 milioni sembravano inaccessibili quasi per chiunque, eppure). Potrebbe essere così in futuro per Koulibaly ma intanto chi va via deve essere pagato fino all'ultimo cent. Anche con Sarri non ha fatto sconti sulla clausola da 8 milioni, e forse ora non solo non prenderà un euro ma dovrà anche corrispondere per intero lo stipendio all'ex tecnico ma la regola non si tocca. Del resto quando si è trattato di comprare chi ha fatto sconti al Napoli? Milik fu pagato 32 milioni di euro quando alle spalle aveva solo gol nel campionato olandese e poche certezze, Maksimovic fu pagato 25 milioni al Torino sull'unghia (per non giocare poi mai, ma questa è un'altra storia), giusto per dirne due di recenti. “La bottega di Cellino è sempre cara” soleva dire Adl (che infatti non è mai riuscito a fare affari col Cagliari) “ed anche quella di Pozzo” (cui di quattrini negli anni ne ha versati eccome, da Inler ad Allan) ma la bottega di Adl è uguale. Per gli sconti passare altrove.