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Corso, il ricordo struggente di Mughini

20/06/2020 11:44

Corso, il ricordo struggente di Mughini |  Sport e Vai

Corso nei ricordi di Mughini

Sulla morte di Mario Corso, leggendario n.11 dell'Inter di Herrera ed amatissimo da tutto il mondo del calcio, non solo quello interista, stanno parlando un po' tutti e a conferma dell'ammirazione bipartsian per l'inventore della foglia morta arriva anche il ricordo di Giampiero Mughini. Il giornalista-scrittore, noto tifoso della Juventus, scrive una lettera aperta a Dagospia per evocare quello che chiama un ricordo straziante.

Nel parlare di Corso Mughini (che pure non è mai stato tenero con l'Inter) fa un passo indietro, ricordando come negli ambienti radical-chic non era considerato abbastanza "impegnato" disquisire di sport ("smisi di leggere le pagine sportive. Per tre o quattro anni non ne lessi più una riga, non sapevo più nulla di quel che succedeva nel nostro campionato di calcio") per poi arrivare all'episodio clou: "Erano le sei o le sette di sera, e Ciccio D. mi disse che sarebbero andati a casa sua a vedere in tv una partita di ritorno della Champions a Milano, una partita in cui la Grande Inter di Helenio Herrera (una squadra di cui non sapevo nulla di nulla) avrebbe cercato di riscattare contro una squadra inglese (il Liverpool) un sonante 1-3 subito a casa loro".

Corso era uno sconosciuto per Mughini giovane

Mughini continua e - partendo dalla delusione per un voto basso a un esame -  arriva così a Corso: "Dissi sì, vedere una partita di calcio mi avrebbe aiutato a placare il magone che avevo dentro La partita cominciò. Ovvio che io tifassi per l’Inter, e benché juventino dall’età di dieci anni. Ci mancava altro che non tifassi per la squadra italia. Ripeto, non sapevo nulla di Mariolino Corso, di Giacinto Facchetti, di Armando Picchi e degli altri campioni di quella squadra/monstre. Erano passati pochi minuti dall’inizio, e accadde che l’Inter dovesse battere una punizione da pochi metri di distanza della linea dell’area avversaria.

Accadde in un attimo. Quel giocatore di cui non sapevo nulla e che aveva un’andatura un tantino ciancicante colpì la palla di sinistro, la palla si alzò, curvò, scese in picchiata, affondò all’incrocio della porta difesa dal portiere del Liverpool. Una meraviglia, un capolavoro, una visione da estasi.

Corso consolò Mughini per il voto deludente all'esame

Così come da estasi fu tutto quello che seguì, il secondo e il terzo gol dell’Inter, una squadra di cui tutto funzionava come in un orologio svizzero. 3-0, e dunque l’Inter passava il turno. Dio, la gioia mia e nostra. M’ero dimenticato di quel voto che ancor oggi mi brucia da quanto lo considero ingiusto. Addio, Mariolino. E grazie ancora della malìa con cui hai curato quel mio dolore di mezzo secolo fa.


Tags: inter corso mughini

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