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Cassano dietrofront: non smette, litigò con Juve, Milan, Inter, Samp

18/07/2017 15:20

Cassano dietrofront: non smette, litigò con Juve, Milan, Inter, Samp |  Sport e Vai

Triste, solitario y final? Macchè, è stato tutto uno scherzo, o quasi. L'annuncio dell'addio al calcio di Cassano aveva fatto il giro del mondo ma non è così. Sembrava l'atto finale: Antonio che si toglie il Fanta davanti e rimane Cassano. Dopo soli otto giorni dalla sua firma al Verona, dove sognava di prendersi le ultime soddisfazioni di una carriera da montagne russe, l'improvvisa illuminazione. Basta, torno a casa. Ha indetto una conferenza stampa ad horas quello che una volta si chiamava “il talento di Bari Vecchia” per spiegare quelli che dovevano essere i motivi dell'ultima cassanata di una vita fuori le righe ma la sorpresa è stata sentire l'esatto contrario. Non smette, resta e vuol giocare e vincere. Decisivo anche il colloquio avuto poco fa col ds del Verona Fusco. “Voglio continuare a giocare e vincere una scommessa. Le parole che sono uscite stamattina? Ragiono sempre con la pancia, è stato un momento di debolezza. Stamattina ho avuto un momento di grande debolezza: volevo solo dire che volevo staccare un attimo. Voglio continuare questa sfida, e sono convinto al 100% che la vincerò. Continuo in questo club.  Se i tifosi si sono sentiti offesi gli chiedo scusa, ma non sarei andato in nessun altro club" L'ennesima maniera per spiazzare tutti, come ha sempre fatto da quando – giovanissimo – ha iniziato a giocare. In carriera Cassano ha giocato con tutte le big (tranne la Juventus, cui pure è stato spesso vicino) dal Milan all'Inter, dalla Roma al Real Madrid anche se le soddisfazioni più belle se le è prese probabilmente alla Sampdoria con cui pure finì male. Nella sua vita ha avuto modo di litigare con tutti. Se l'è presa al Milan con Allegri (“Ma io per Allegri contavo come il due di coppe con briscola a bastoni. Per lui ero la quinta, sesta, settima punta, non so nemmeno io. Lui mi diceva che non poteva assicurarmi niente, e allora io me ne vado.“) e con Galliani (“Al Milan non ho sbagliato io, non hanno sbagliato i giocatori e nemmeno l'allenatore, ma qualcuno più in alto di lui. Qualcuno che faceva il furbo, che prometteva e non manteneva, qualcuno che faceva tanto fumo e poco arrosto”) ma la Juventus era il club che più detesteva. Attaccò Conte (“Quaquaraquà non sono io, ma lui che è stato squalificato per omessa denuncia. Ho fatto tante cassanate nella mia carriera e per questo sono stato squalificato. Se lui viene a parlare di moralità a me è finito il mondo. Lui che, lo ripeto, è stato squalificato per omessa denuncia”) e tutta la società (“Ho rifiutato tre volte il passaggio alla Juventus. Lì vogliono solo i soldatini, sul binario, sempre dritti. Io devo andare dove mi pare anche se poi lo pago sulla mia pelle”). Anche all'ex “gemello” Balotelli ha riservato battute al veleno: Balotelli: "E' un ottimo calciatore, ma ne passa per essere un campione. Lui si è offeso dicendo che gli amici nel calcio non esistono e questo è un problema suo. Io gli amici ce li ho a casa mia e dico quello che penso", così come la sua esperienza all'Inter pure è stata ricca di alti e bassi: amato da Moratti ma in lite con Stramaccioni e con l'ambiente fino all'ennesimo addio. Inutile tornare sulle sue prime mattane, dalla fuga nel 2001 quando era all'Under 21 per protestare col ct Gentile che lo aveva lasciato in panchina, o agli scontri con Totti ai tempi della Roma quando litigò con Capello e poi nella finale di coppa Italia del 2003 fece il gesto delle corna all'arbitro Rosetti che lo aveva appena espulso. O quando prendeva in giro Del Neri (“non si capisce quando parla”) o alla celebre offesa al presidente della Samp Garrone (“vecchio di m...”). Cassano è così. Prendere o lasciare. Anche quando fa sapere che si ritira e poi cambia idea in poche ore. La decisione di pancia che avevo preso era una cazzata clamorosa, come tante che ho fatto". Ecco, appunto. Bentornato FantAntonio.

Stefano Grandi


Tags: milan cassano verona

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