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Capello: Tornare al Milan il mio errore più grave

08/10/2020 15:16

Capello: Tornare al Milan il mio errore più grave |  Sport e Vai

"C'è stato un momento in cui sono stato vicino alla panchina azzurra, io ho rifiutato perché non mi sentivo di poter allenare la nazionale italiana". E' uno dei tanti aneddoti raccontati da Fabio Capello Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici". Dopo i pronostici di rito sul campionato ("Quest'anno la favorita è l'Inter. Perché nella voglia di cambiare giocatori, ha tenuto anche dei calciatori che dovevano andare via e invece son rimasti. Ha una rosa super fornita, di grande livello. La Juve ha fatto ottimi acquisti ma bisognerà vedere come riuscire a metterli in campo. Stavolta gli avversari sono molto competitivi. Metto prima l'Inter. Poi il Napoli") l'ex ct della Russia si sofferma sulle sue esperienze al Milan e alla Roma: "Al Milan mi chiamò Berlusconi, io avevo fatto l'allenatore per cinque partite e avevo qualificato la squadra in Coppa Uefa. Mi stavo occupando del settore giovanile, al Milan c'era Sacchi, aveva qualche problema con alcuni giocatori, diceva che bisognava cederli, Berlusconi invece decise di tenere i giocatori e di chiamare me in panchina. Io dissi di sì, mi mancava tantissimo il campo. Il più forte che ho allenato al Milan? Difficile da dire. Gli olandesi erano fortissimi. Savicevic era fenomenale. Ci misi tre mesi a fargli capire cosa volevo, era abituato a ricevere la palla e basta".

Capello attacca le radio romane

Sulla storia alla Roma rivela: "Pensare che fui vicinissimo alla Lazio nel 1997. Ci incontrammo a Madrid, allenavo il Real, poi mi richiamò Berlusconi, al quale dovevo tutto e a quel punto per riconoscenza accettai al Milan e fu il mio più grave errore nelle scelte tornare. Io ho una capacità nel costruire le squadre, lì mi ritrovai con la squadra fatta, e non era una squadra competitiva. Lo scudetto nella Roma? Non è una leggenda che uno scudetto a Roma vale più che a Milano o Torino. Se hai la squadra a vincere lo scudetto ci arrivi anche a Roma. E' il dopo che è difficile. Si continua a festeggiare anche dopo lo scudetto per mesi. Non si ha più voglia, concentrazione, attenzione. Ci sono le radio, tutti lavorano per farti rilassare, io con le radio non andavo d'accordo, avevo detto subito che con le radio del raccordo anulare non avrei parlato. Non ero disponibile a parlare ogni giorno di quello che succedeva nello spogliatoio. Tanto lo sapevano comunque, perché a Roma si sa tutto. I giocatori, i procuratori, qualcuno che chiacchiera, c'è sempre. E' difficile mantenere un segreto".

Capello non riuscì a far dimagrire Ronaldo

Ultime riflessioni su Cassano e Ronaldo: "Ronaldo il fenomeno era il più forte di tutti. E' stato il migliore. Ma è stato anche il giocatore che ho fatto cedere al Real Madrid perché non voleva perdere peso. Anche con quel peso enorme aveva ancora delle qualità incredibile. E' stato importante cederlo quando ero al Madrid, vincemmo il campionato. Io gli dissi che doveva mettersi a dieta. Gli chiesi di dimagrire. Mi disse che nel 2002 pesava 84 chili, quando lo allenavo io ne pesava 96. Gli chiesi di arrivare a 89, ma non ce la face. Cassano? Giocatore straordinario, talento unico, sotto certi aspetti vicino alla porta qualche volta aveva più talento di Totti, nello stretto aveva quel dribbling che gli permetteva di saltare l'uomo. Però purtroppo anche lui dopo un anno non aveva capito la sua forza. Un talento sprecato".


Tags: capello cassano ronaldo

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