Calciomercato Napoli: Agger più vicino, Lavezzi solo utopia

Sul calciomercato il famoso motto di Benitez “sin prisa y sin pausa” vale solo a metà. Il Napoli non si concede pause ma ha “prisa”, cioè fretta di mettere a disposizione del suo allenatore qualche nuovo arrivo quanto prima è possibile. Non vorrebbe arrivare all’ultimo giorno utile la società partenopea per ultimare la campagna di rafforzamento, che è da considerare un prosieguo diretto del lavoro fatto in estate. Prima arrivano i nuovi e prima si ambientano nel progetto del tecnico spagnolo, da qui la fretta di Bigon di chiudere un paio di operazioni già per la prima settimana di gennaio. In queste ore si sta concretizzando il primo colpo grosso: le possibilità di vedere in maglia azzurra Agger si stanno moltiplicando a vista d’occhio. Intense e proficue le telefonate con il Liverpool, che detiene il cartellino del 29enne difensore danese. Dopo le difficoltà iniziali la trattativa sta prendendo piede, grazie anche alle pressioni del giocatore che chiede con insistenza di andar via. Gioca sempre meno nella difesa di Rodgers il danese, mentre Benitez – con cui è perennemente in contatto – gli offre un posto da titolare. Raggiunto l’accordo col giocatore resta da convincere i Reds: l’ultima proposta è un prestito oneroso con diritto di riscatto fissato a 11 milioni di euro e nell’ambiente napoletano c’è ottimismo per la buona riuscita dell’operazione. Tutto fatto invece per Antonelli: viste le difficoltà nel riuscire a prendere Montoya del Barcellona e Kolarov del City il Napoli ha deciso di rompere gli indugi e sta per chiudere con il terzino del Genoa. Dovrebbe essere lui il primo a presentarsi a Castelvolturno, probabilmente subito dopo la Befana. Non ha fondamento invece la voce che si era sparsa di un possibile ritorno di Lavezzi. Che il Pocho possa lasciare il Psg è possibile ma se dovesse tornare in Italia andrebbe all’Inter di Mazzarri. Il Napoli non lo ha trattato in questi giorni e non ha un’esigenza specifica in quel ruolo dove sta brillando Callejon.

Stefano Grandi