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Caffè, vestiti neri, cicche: l'Inghilterra scopre tutte le scaramanzie di Sarri

20/10/2018 10:12

Caffè, vestiti neri, cicche: l'Inghilterra scopre tutte le scaramanzie di Sarri |  Sport e Vai

Che Maurizio Sarri fosse un allenatore scaramantico lo sapevano tutti in Italia. Dalle squadre dilettantistiche dove iniziò la carriera al Napoli, dove si faceva la barba solo una volta a settimana (e rigorosamente di venerdì), non faceva più conferenze prima di ogni partita di campionato e faceva scendere in campo i calciatori solo con la maglietta utilizzata in occasione di una precedente vittoria, ma ora anche a Londra stanno scoprendo tutti i vizi e le manie del maestro. Il Daily Mail nelle pagine sportive dedica l'apertura proprio alle scaramanzie del tecnico dei Blues, tramite le parole di un suo ex collaboratore, Fabrizio Mazzini, che lo ha seguito in diverse squadre prima che diventasse un allenatore di grido. Il primo ricordo è legato al caffè: “Una domenica prima della partita ne bevemmo tre di fila e vincemmo. Da allora mi costrinse ogni domenica a bere tre caffè per paura che si spezzasse il rito”. Poi il racconto continua con le testimonianze di vecchi giocatori del suo passato in Toscana ed ecco sfilare altre perle: “Tra le sue scaramanzie, ne ricordo una in particolare: vestiva sempre una maglia nera che non cambiava mai. E poi, aveva una lavagna in cui scriveva delle massime di saggezza, come 'Non è grande chi non cade mai”. E ancora: “un giorno eravamo tutti pronti per iniziare l’allenamento ma Sarri non arrivava. Allora aspettammo, aspettammo, aspettammo e alla fine decidemmo di chiamarlo. Lui rispose dicendo che era in macchina fermo perché gli aveva attraversato la strada un gatto nero e avrebbe dovuto aspettare per forza che passasse un’altra macchina prima di lui, se no non si sarebbe mosso. Solo che di macchine proprio non ne stavano passando…”. Guai a cambiare ristorante poi se si vince: “Mangiavamo sempre nel mio ristorante e lui voleva che tutti si sedessero ogni volta al solito posto. Un giorno un altro dirigente, Dante, mi venne a dire che aspettavano un certo Ciucchi prima di mangiare e quando glielo riferimmo iniziò a toccarsi dappertutto per la scaramanzia perché questo Ciucchi non giocava più con noi. Un altro episodio simpatico che ricordo è legato a quando allenava la Faellese, dove c’era un factotum bassissimo di statura, chiamato bonariamente ‘il nano’, che Maurizio portava con sé ovunque. Una volta forarono la ruota della macchina e a vederli insieme, uno alto un metro e novanta e l’altro un metro e venti, che non riuscivano a cambiare la ruota, faceva molto ridere. Quando era all’ Empoli lo incontravo a comprare il giornale, facevo apposta a dirgli che la domenica avrebbe vinto, così iniziava a toccarsi dappertutto!. E quando entravamo nello spogliatoio per ascoltare la ‘lezione’ c’era sempre un nuvolone di fumo! Dicono che una volta, per quanto è fissato con le sue sigarette, durante un ritiro, a tavola scambiò la sigaretta per una forchetta. La moglie ci raccontava che la sera, appena arrivato a casa, si dirigeva subito nel suo ufficio dove trovava una tavola apparecchiata per cena, perché lui doveva assolutamente aggiornare i dati dei giocatori sul suo computer…”. La scaramanzia vince su tutto ed ecco un altro aneddoto: “dovevamo giocare lo scontro diretto a Chiusi e noi eravamo secondi a 4 punti da loro. La domenica prima Sarri urtò accidentalmente la macchina di un mio compagno, Marco Fara, con la sua BMW Station wagon grigia e poi vincemmo. Così, la domenica della partita contro il Chiusi, appena arrivò al campo, urtò intenzionalmente la sua vettura nuovamente contro quella del povero Marco Fara! Restammo senza parole, ma alla fine vincemmo 2-0…Poi, vestiva sempre di nero e non voleva che i suoi giocatori usassero scarpini che fossero di un colore diverso dal nero”. Anche Mertens raccontò cose che non aveva mai visto prima: «È incredibile. Un giorno ci alleniamo su un campo, il giorno successivo su un altro. Non cambia mai questo metodo, a meno che non perdiamo», svela l’attaccante. Che sia un gran fumatore non è un segreto: anche al centro sportivo non manca mai la sigaretta, persino negli ambienti chiusi. Tante volte entra anche negli spogliatoi fumando, quasi non ci fa caso. Beve tanti caffè, ma legge anche tanto. Provenendo dal mondo dell’economia è ossessionato dalle statistiche ma preparatissimo dal punto di vista tattico».


Tags: chelsea scaramanzia sarri

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