Sport E Vai  Sport e Vai
Mercoledì 24 Aprile 2024
SEGUI SPORTEVAI SU

Agnelli: Calendari internazionali da rivedere, sì a gare all'estero

24/09/2018 13:15

Agnelli: Calendari internazionali da rivedere, sì a gare all'estero |  Sport e Vai

La situazione del calcio internazionale, la terza coppa europea, le pay-tv, il calendario Fifa. Ha parlato di tutto in occasione del World Football Summit di Madrid, il presidente dell'ECA e della Juventus Andrea Agnelli. Questi tutti i temi trattati

la terza Coppa della UEFA: "Stiamo lavorando all'introduzione della terza Coppa. E' stata voluta fortemente dai club, al fine di poter avere maggiori possibilità di partecipare nelle coppe europee durante la stagione: stiamo lavorando con la Uefa. Stiamo anche valutando l'opportunità di ridurre le partecipanti all'Europa League, portandole da 48 a 32".

situazione attuale del calcio: "Vogliamo maggiore equilibrio competitivo in questo fantastico sport, perché continui a rimanere lo sport più bello del mondo. Dobbiamo pensare a quale calcio vogliamo lasciare ai nostri figli. Negli anni '70 e '80, la Coppa dei Campioni veniva vinta da squadre come Ajax e Benfica. Ma adesso è difficile vedere club di questo calibro in cima al mondo a causa dell'enorme differenza economica coi club spagnoli, inglesi o tedeschi. Il nostro obiettivo è come ottenere anticipi per le leghe specifiche. Il calcio è cresciuto in maniera incredibile nell'ultima decade, la cosa che fa maggiormente la differenza sono gli introiti dai diritti domestici. Ma 1/3 degli introiti del calcio arriva dai 12 club più ricchi. Dopo i club, servirebbero lì i vari Europei, Copa America, Coppa d'Africa e Mondiali, ma dopo gli impegni delle società e non durante come adesso accade".

Sulla Liga. "E' stato giocato un Clasico in Spagna all'ora di pranzo: sembrava un'assurdità ma questo ha permesso di essere seguito da tutto il Mondo, quindi tanto di cappello a Tebas che ha avuto questa visione per rendere il prodotto globale. Le Supercoppe in tante nazioni, come in Italia, si giocano già all'estero. E' qualcosa di facile da fare perché è fuori dal calendario del campionato. La NFL o la NBA gioca delle gare fuori dagli Stati Uniti: la Liga può essere un pioniere per il calcio, un follower per gli altri sport. Non si inventerebbe niente, copierebbe un modello vincente. Serve raggiungere un'audience globale, lo facciamo già coi tour estivi per le amichevoli. L'importante è che le leghe, i club, le Federazioni, la UEFA, trovino una soluzione di armonia per tutti e per sviluppare il calcio".

Sul futuro. "Eravamo il centro del calcio vent'anni fa, adesso il centro sono Premier League e Liga. Poi A, Ligue 1 e Bundesliga. La domanda è: dove andremo? Dobbiamo trovare una visione per i prossimi 5-10 anni e poi 20-30 anni. Il 2024 è la prima data significativa per il futuro del calcio. Fino ad allora, il calendario calcistico è già stato approvato, sappiamo già cosa accadrà a livello di tutti gli aspetti. Il calendario del calcio è fondamentale: adesso è importante allineare le competizioni e trovare anni di riposo negli anni dispari. I giocatori sono straordinari ma non macchine. Devono avere questi anni dispari come riposo. Sappiamo che le gare delle Nazionali occupano adesso tante settimane durante tutto l'anno, servirebbe concentrare gli impegni perché come club spesso i giocatori sono via durante le soste per giocare con le Nazionali e non c'è un periodo specifico per gli impegni come invece servirebbe".

Sul calendario. "Ci sono nazioni che possono giocare 53 partite, altre 43: per questo serve armonizzare il numero di partite per le varie leghe. Per noi è importante, e lo dico col cuore, è che nel calcio ci sono persone che rischiano: siamo noi, che investiamo nei club, nei giovani, negli impianti. Investiamo per far crescere le competizioni e prendiamo rischi. Se una competizione dovesse crollare, domestica o europea, crollerebbero anche gli incassi per tutti. Adesso il calcio non è più solo un gioco, adesso le società sono aziende con dipendenti, spese e incassi milionarie".

Sulle Nazionali e sui giovani. "Inghilterra, Spagna, per esempio, hanno investito tantissimo sui giovani e vinto tutto coi ragazzi. Non voglio criticare l'Italia ma quello che vedo è che, quando vai in giro, non vedi i ragazzi giocare per le strade o nei parchi. Siamo in un momento di transizione: la Federazione ha lanciato ora i Centi Federali in Italia, vedremo i frutti nei prossimi 5-8 anni. Serve tempo per far crescere il talento, allo stesso tempo però il lavoro sta ai club. Stiamo investendo in questo, per trasformare questi ragazzi in persone responsabili. Se saranno giocatori, meglio ancora, ma l'importante è formare le persone. Dobbiamo guardare al Mondiale del 2022 ma soprattutto a quello del 2026, quello della prossima generazione".

Sul Mondiale a 48. "Più giorni, stesso numero di squadre: non cambierebbe niente per i club. A noi interessano le competizioni per i club, come crescere sotto quell'aspetto".

Sul mercato indiano. "E' difficile entrare in un mercato così, dove il cricket è lo sport principale. E' lo stesso per il calcio in Europa. E' un mercato difficilissimo per la sua tradizione: è studiato, alla stregua della Cina, se avessimo la bacchetta magica per entrarci sarebbe bello".


Tags: juventus liga andrea agnelli

Articoli Correlati