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Addio alla schedina, scompare il sogno di ricchezza degli italiani

19/12/2018 13:30

Addio alla schedina, scompare il sogno di ricchezza degli italiani |  Sport e Vai

Chissà se Massimo Della Pergola, colui che a metà anni 40 la inventò con una trovata di genio, si rivolterà nella tomba a sapere che la sua creatura, la mitica schedina, andrà in pensione. L'addio al Totocalcio – così come a Totogol e il '9”, rientra in un emendamento dei relatori alla manovra, non ancora votato in commissione Bilancio al Senato, e che porterà a una riforma dei «concorsi pronostici sportivi». In realtà la mitica «schedina della Sisal» era diventata da molti anni fuori moda, sostituita dalla nuova moda delle scommesse online e delle sale scommesse, ma la nostalgia legata a quei segni 1-X-2 scritti a penna e da ricopiare su tre versanti: spoglio, figlia e matrice, rimarrà per sempre nell'immaginario collettivo di chi ha più di 30 anni. Era diventato per tutti il grande sogno della ricchezza.

LA NASCITA - Il concorso debuttò il 6 maggio del 1946: l’invenzione si deve a un giornalista della Gazzetta dello Sport, Massimo Della Pergola. Era stato allontanato dal quotidiano sportivo nel 1938 in quanto ebreo e si era trasferito in Svizzera per sfuggire alle leggi razziali. Della Pergola era un ebreo scampato all'Olocausto. In un campo di prigionia svizzero, dove era arrivato a piedi da Como, travestito da mendicante, inseguito dalle leggi razziali che lo volevano morto, (l'accusa di espatrio clandestino diventò il suo salvacondotto, la pena da scontare la sua salvezza) trovò la sua fortuna. All'inizio era un'idea confusa, poi quei segni così strampalati, uno, due, ics, diventarono un gioco con regole precise e infinite combinazioni.

DEBUTTO LENTO - La prima schedina è del 5 maggio 1946, con una giocata minima di 30 lire e 12 risultati da indovinare. L'inizio non è dei più esaltanti: dei 5 milioni di schedine stampate il primo concorso ne vede giocate solo 34 mila. Ma con il crescere del montepremi "giocare alla Sisal", questa l'espressione del tempo, divenne uno dei passatempi principi per appassionati di calcio e non ma a Della Pergola quell'idea non fruttò una lira «e non ho mai giocato una schedina in vita mia». Dirà Della Pergola: «Nessuno ci credeva alla mia Sisal. Quando andavo al Coni dicendo che con quei soldi si sarebbero ricostruite le piste di atletica, le palestre, gli stadi, mi sfottevano: è arrivato quello dei regali milionari, ecco a voi babbo Natale. Ma io ero deciso, ero un idealista».

I RECORD - A decretare definitivamente il crescente successo del concorso la decisione, nel 1948 da parte del Governo, di nazionalizzare il concorso. Per decreto la schedina Sisal diventa Totocalcio.  In seguito alla nazionalizzazione del concorso Della Pergola, Molo e Jegher fanno causa al Ministero dell'Interno: ci vorranno sette anni per un giudizio che, comunque, non riconoscerà ai tre alcun merito, neanche le 300mila lire che erano servite a lui e ai suoi compagni di viaggio per far stampare, su carta paglierina, le prime schedine, quelle dove dovevi mettere uno per la vittoria in casa, la ics per il pareggio, due per il successo in trasferta. Il montepremi delle scommesse crebbe costantemente fino al 1993 , che fu l’anno d’oro per le giocate. Quell’anno, precisamente il 7 novembre si materializzò la vincita più alta della storia del concorso: oltre 5 miliardi e mezzo di lire (2.700.000 euro di oggi) incassati da un giocatore sempre rimasto anonimo che aveva fatto la sua puntata in una tabaccheria di Crema. Sempre nel ‘93, ma il 5 dicembre, si registrò il monte premi più alto: 34.470.967.370 lire. Poi lentamente il declino, fino alla scomparsa.

Stefano Grandi


Tags: tripla segno Schedina

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