30 anni fa a Napoli nacque il"Porompompero”, il nuovo inno alla gioia

Non entra negli almanacchi, non si può cercare nelle statistiche e solo chi c'era può ricordarlo, eppure oggi è una data a suo modo storica per il Napoli: trent'anni fa esatti, il 26 febbraio del 1989 nacque sugli spalti del San Paolo un coro che sarebbe rimasto leggendario, il “Porompompero”, ritornello mutuato da un brano di matrice sudamericana che quasi per partenogenesi spuntò dalle curve durante un Napoli-Lecce per diventare subito tormentone eterno e colonna sonora dell'ultimo Napoli maradoniano. Una partita senza storia, quella di 30 anni fa: il Napoli chiuse i giochi poco dopo neppure un’ora: 3-0. Poi entrò Alemao, al rientro da una epatite che lo tenne lontano dal campo per alcuni mesi. E proprio lui segnò il gol del 4-0. A 20' dalla fine ecco che all'improvviso il San Paolo s'inventò un nuovo inno alla gioia: “Porompomperoperò-poroporompomperoperò-poroporompomperoperò-poromporompopòòò”. La gente ballava, cantava felice. Non slogan prefatti, cori ripresi da canzoni popolari. Non "Un giorno all'improvviso", che può piacere o no, e neanche "Abbiamo un sogno nel cuore", che pure ammanta di commerciale una passione che dovrebbe essere pura. No. Solo un lunghissimo, interminabile gioco di parole: “Porompomperoperò-poroporompomperoperò-poroporompomperoperò-poromporompopòòò”. Come se non ci fossero parole adatte per esternare la felicità di essere lì, in quel momento, a vivere la gioia di vedere quel Napoli stravincere, divertire e conquistare traguardi mai neanche sognati in tutta la sua storia.