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MUTINA SPORT: PARLA L'ALLENATORE FERRARI

09/06/2017 14:51

MUTINA SPORT: PARLA L'ALLENATORE FERRARI |  Sport e Vai

MUTINA SPORT, PARLA MISTER FERRARI: «PROMOZIONE CONQUISTATA GRAZIE ALLA CRESCITA DEI RAGAZZI»

Il tecnico della formazione modenese che ha conquistato la Seconda categoria grazie soprattutto a un gruppo di giovani di talento: «Non smantelleremo il gruppo»

 

MODENA – Un campionato conquistato grazie a «un gruppo di ventenni che in due anni è cresciuto, tecnicamente, tatticamente e mentalmente»; e attraverso la volontà «di proporre un calcio offensivo ed essenziale», spiega. L’allenatore della Mutina Sport Marcello Ferrari racchiude all’interno di questi due concetti la straordinaria vittoria del torneo di Terza categoria da parte della giovanissima società di viale Amendola (è appena al secondo anno di esistenza). E per il futuro «si continuerà a puntare su questi giovani, perché possono ancora migliorare tantissimo», osserva il tecnico.

Mister Ferrari, avete conquistato una promozione meritata grazie a un attacco prolifico e una super difesa: sono solo questi i punti di forza?

«A livello statistico abbiamo avuto il secondo miglior attacco dietro il Campogalliano e la miglior difesa assieme al Gaggio: si conferma dunque l’indicazione secondo la quale sono le difese più ferree quelle che garantiscono i risultati di una squadra e quindi le vittorie. Ma sarebbe riduttivo parlare di “miglior difesa”: è più corretto citare il minor numero di reti incassate perché è la squadra che difende sul piano collettivo. Questa è la nostra forza: è vero che abbiamo ottime individualità, peraltro nella maggior parte dei casi votate all’azione offensiva, però voglio mettere l’accento sulla capacità dell’intera squadra di spendersi e operare nella fase difensiva. Questo ha contribuito in tutte le aree del campo a produrre un’imprescindibile solidità. Detto ciò, le chiavi del nostro successo sono state la capacità di sacrificarsi di ogni singolo calciatore per raggiungere l’obiettivo finale; e l’organizzazione che ha consentito a ciascun atleta di dare il meglio di sé all’interno di un contesto rigidamente costruito che prevedeva compiti e mansioni appositamente distribuiti su entrambe le fasi di gioco».

A metà stagione avete rallentato un po’ per poi riprendere la marcia alla grande: cosa ha fatto la differenza?

«A metà campionato, all’inizio del 2017, c’è stata la svolta. Abbiamo pareggiato due gare di fila, col Gaggio subendo la rete al 94’, e col Real Cabassi impattando 1-1 in casa. A questo punto, avendo avviato l’anno in questa maniera non eccellente, abbiamo realizzato che occorreva proporre un calcio più offensivo, con maggiore ricorso alle verticalizzazioni. Mentre nella prima parte della stagione per quanto offrissimo un calcio bello, spesso e volentieri le manovre erano “barocche”, meno efficaci e a volte fini a loro stessi. Così abbiamo proposto azioni più “essenziali”, votate maggiormente alla sostanza e meno all’estetica pur continuando a mettere in pratica tattiche di pregevole livello. Sì, un buon calcio. Ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti che era necessario concretizzare il lavoro fatto fino ad allora, a concretizzare quello che ogni domenica mettevamo in campo. Questo pensiero si è tramutato nel 6-0 sulla Gino Nasi, portando evidentemente subito i frutti».

La squadra è giovanissima e alle spalle ha due annate di Terza. Possiamo dire che i ragazzi sono maturati?

«Abbiamo in assoluto la rosa più giovane, non solo del nostro girone, quindi abbiamo un enorme margine di miglioramento. Quel miglioramento che in parte c’è già stato in questo ciclo biennale che ha visto come base di partenza il gruppo di ragazzi del 1996 provenienti dalla Juniores della Rosselli Mutina. Ed è stato bellissimo vedere come a maturare non siano stati soltanto i singoli bensì l’intero gruppo, nei meccanismi di gioco, nelle relazioni sul campo e nell’approccio alle partite grazie a un importante lavoro sul fronte mentale, psicologico. Un lavoro necessario per ragazzi talmente giovani e alla prima esperienza in una prima squadra. Non è assolutamente semplice ritrovarsi all’improvviso ad affrontare gruppi di trentenni con una certa malizia. Voglio sottolineare, a questo proposito, la meraviglia della vittoria del campionato conquistato all’ultimo turno contro l’esperto Baracca Beach in un match difficilissimo nel quale i nervi e gli attributi hanno rivestito un ruolo fondamentale. E’ il coronamento di un lavoro lungo e per nulla scontato».

C’è qualcuno che si è distinto maggiormente tra i ragazzi?

«E’ vero che abbiamo un attacco stellare ma non mi piace parlare dei singoli, perché i bomber si sono inseriti negli schieramenti in campo con i meccanismi di gioco che messo gli elementi offensivi nella posizione di arrivare al gol. Vorrei tuttavia citare due nomi: Lorenc Petani e Roxens Jahollari. E’ grazie a ragazzi del loro calibro, ovvero coloro che magari giocano meno eppure sono sempre in prima linea ad aiutare i compagni e a presentarsi sempre e comunque all’impegno degli allenamenti e delle partite sebbene non convocati, che il gruppo rimane unito. Dimostra l’attaccamento a questa nostra realtà. Sono un esempio».

Cosa riserva il futuro? Il gruppo verrà confermato per la Seconda categoria?

«Non abbiamo ancora valutato il futuro, tuttavia sono piuttosto chiari gli obiettivi della società: non faremo la “comparsata” in Seconda categoria. E’ evidente che l’obiettivo iniziale sarà quello di salvarsi senza patemi, comunque credo sia opportuno concedere il tempo ai ragazzi di inserirsi in una categoria nuova. Manterremo il gruppo, non vogliamo rovinarlo, magari con qualche innesto di esperienza ma nessuno stravolgimento: ripeto, i ragazzi devono ancora crescere tanto, non siamo nemmeno al 60% del loro potenziale e perciò sarebbe poco lungimirante cambiare strategia adesso. Sosterremo i nostri giovani e sono sicuro che ci potranno dare altre soddisfazioni. Non vogliamo fermarci qui».


Tags: allenatore Rosselli mutina Calcio

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