Atletica, Bolt fu a un passo dal ritiro quando aveva 19 anni

Usain Bolt, l’uomo più veloce del mondo, sprinter già entrato nei miti dello sport, è stato a un passo dal lasciare l’atletica quando era giovane. Lo rivela lo stesso campione giamaicano nella sua nuova autobiografia, “Faster than Lightning: my autobiography”, nella quale racconta un episodio che nel 2006 lo scosse parecchio, spingendolo a chiedersi se davvero l’atletica fosse il suo mondo. L’allora 19enne Bolt doveva correre la 4x400 al National Stadium di Kingston, ma, al momento di partire per la sua frazione, fu colto da un infortunio al tendine, che lo costrinse al ritiro. Nell’uscire dalla pista, Bolt fu travolto dai fischi e dai buu dei tifosi giamaicani, alcuni dei quali lo accusarono di essersi ritirato perché accortosi di non essere in grado di vincere. Questo episodio lo sconvolse al punto da chiedersi se davvero nella vita volesse diventare un atleta. “Avevo solo 19 anni e quei buu mi colpirono al cuore – scrive Bolt nel libro -. Mi dimenticai dell’infortunio e mi dissi: ‘Non osono abbastanza bravo per questo sport. Ho dato il massimo e il pubblico del mio paese mi ha fischiato. Non importerà quanto duramente ci proverò, questo sport forse non fa per me’”. Fortunatamente per la Giamaica, per l’atletica e per il mondo dello sport in generale, una chiacchierata con l’allenatore Glenn Mills aiutò Bolt a uscire dalle sue incertezze. E a diventare il mito che è adesso.