Pistorius non aveva le protesi quando ha ucciso Reeva

Con ogni probabilità Oscar Pistorius non aveva le protesi alle gambe quando ha sparato alla fidanzata Reeva Steenkamp, uccidendola la sera del 14 febbraio del 2013. E’ la conclusione cui è giunto il capitano della polizia, Chris Magena, esperto di balistica che ha testimoniato nel 13esimo giorno di udienze al processo contro l’atleta paralimpico accusato di omicidio intenzionale. Un particolare importante quello delle gambe artificiali perché secondo la difesa confermerebbe che non si tratta di omicidio intenzionale. Reeva Steenkamp,  invece, si trovava in piedi in bagno quando è stata colpita all'anca dal primo colpo, prima di cadere a terra e proteggersi la testa con le mani. "Molto probabilmente, la ferita all'anca è stata fatta quando era in piedi davanti alla porta", ha spiegato Mangena. "Il colpo le ha spezzato l'anca, l'ha fatta cadere indietro sul porta-riviste" . E' in questa seconda posizione, che la giovane modella è stata colpita altre due volte: "Era probabilmente seduta in una posizione difensiva". Un secondo colpo (Pistorius ne ha sparati 4 in totale) le ha perforato da dietro il braccio sinistro, provocandole una contusione al petto: "Le braccia erano tese in alto, all'altezza del petto", ha chiarito l'esperto. Un terzo proiettile ha raggiunto il lato destro del cranio, mentre lei teneva le due mani sulla testa e "dopo questa ferita è caduta immediatamente, il busto tra il wc e il porta-riviste. Chi ha sparato non indossava probabilmente le protesi alle gambe e ha sparato da una distanza superiore ai 60 centimetri".