Niente da fare per
Lebron James: i
campioni NBA 2014/15 sono i
Golden State Warriors. La franchigia californiana torna a vincere il torneo più spettacolare del basket mondiale dopo esattamente 40 anni: dopo Rick
Barry, trascinatore nel 1975, è
Steph Curry il simbolo del trionfo di Golden State. L’
MVP delle finali, però, non è il playmaker tutto pepe dalla mano calda, ma Andrè
Iguodala, assolutamente determinante nella serie di partite contro i
Cleveland Cavaliers, in particolare in quella di stanotte, il 107-95 con cui, in casa dei Cavs, gli Warriors hanno chiuso sul 4-2 la serie. Iguodala completa le sue Finals con una prestazione da 25 punti, 5 rimbalzi e 5 assist: è lui l’uomo chiave nella vittoria dei californiani, anche se un grande contributo alla squadra di Steve Kerr è arrivato anche da Draymond
Green (tripla doppia con 16 punti, 11 rimbalzi e 10 assist) e, naturalmente, Curry, con 25 punti, 6 rimbalzi e 8 assist.
Ai Cavaliers non è bastata l’ennesima tripla doppia sfiorata da Lebron (32 punti, 18 rimbalzi e 9 assist): The King ha dato tutto e anche di più per conquistare il suo terzo anello, ma alla fine il collettivo di Golden State ha avuto la meglio anche sul suo abbacinante talento. Gli Warriors scappano sul +13 già alla fine del primo quarto (28-15), vengono rimontati solo parzialmente dai Cavs (due volte a -6) per poi portarsi, trascinati dalle triple di Iguodala, sul 92-77 nel corso dell’ultimo quarto.
L’ultimo sussulto dei Cavs, con due triple consecutive i J.R.
Smith, porta i padroni di casa a soli 4 punti di distanza (101-97), ma quando il cronometro indica solo 37’’ alla fine della partita. Non c’è tempo per la rimonta: l’anello va agli Warriors, agli sfiniti Cavs il rimpianto di quello che sarebbe potuto essere, e non è stato, se avessero avuto in campo anche gli infortunati
Irving e
Love.